Il blog di Chiara Cecutti

La felicità è anche prendersi cura di se stessi e scegliere le persone che ci fanno star bene

Abbiamo trattato più volte il fumoso e misterioso tema della felicità: fumoso perché manca di definizione oggettiva in quanto siamo talmente diversi l’uno dall’altro che anche le cose che ci rendono felici non sono sempre le stesse; misterioso perché è ancora da comprendere come scatti quel meccanismo di soddisfazione che innesca a sua volta un senso di appagamento che spesso chiamiamo o scambiamo per felicità e anche perché quantificarla non è davvero possibile: qual è la durata minima di una gioia o di uno scatto di euforia affinché possa definirsi felicità? E quale l’intensità di base affinché tale definizione sia appropriata? Se dopo un minuto di intensa contentezza una brutta notizia piomba su di noi a renderci improvvisamente tristi interrompendo quell’idillio positivo con noi stessi e con il mondo, allora quella non era felicità perché è durata troppo poco? O se una determinata situazione ci rende di buon umore, ma giusto un po’, ovvero non così tanto da gridare e saltare di gioia, ma tale sensazione di serenità si prolunga nel tempo, non è comunque felicità perché poco intensa? Difficile quindi farne un discorso generale e costruire una teoria che valga per tutti, ma forse concentrarci su noi stessi e su come possiamo creare le basi della nostra felicità prendendoci cura di noi è il modo migliore per ottenerla.

Cominciamo a pensare, per esempio, che al mondo non siamo soli. E per farla semplice, non lo siamo neanche nella nostra città, nel nostro quartiere, nel posto dove lavoriamo e spesso neanche in casa. E cominciamo a ragionare sul fatto che ad influenzarci, nel bene e nel male, non sono soltanto le situazioni e le circostanze, ma le persone, quelle che ci stanno intorno, quelle che, volenti o nolenti, popolano il nostro mondo esteriore e di conseguenza anche quello interiore, perché sono sempre le persone a creare quelle situazioni e quelle circostanze a cui spesso diamo la colpa del nostro malessere. Questo tuttavia non ci tragga in inganno: la felicità è uno stato interiore, qualcosa che ci viene da dentro, che solo noi stessi possiamo “attivare”, per questo non potremmo mai essere felici “grazie agli altri”o infelici “per colpa degli altri”, ma è pur certo che liberarci di chi in qualche modo ci rende difficile vivere quella felicità che ci siamo costruiti o che stiamo cercando di costruire, è cosa salutare e giusta. Del resto le persone raramente cambiano, tanto meno quando e nel modo in cui vorremmo noi.

Qualcuno obietterà che è facile far uscire dalla propria vita l’amico irritante o il conoscente molesto, basta avere il coraggio di esprimergli il nostro disappunto e smettere di frequentarlo. Ma come fare quando a rovinarci il buon umore e a interferire con la nostra serenità sono quelle persone che fanno parte in modo integrante della nostra vita come pezzi di un puzzle senza i quali resterebbe un vuoto? La situazione qui è più difficile, ed è qui che dobbiamo concentrare tutte le nostre forze per comprendere fino in fondo e valutare se, in base a un semplice ragionamento su costi e benefici, è meglio per noi fare a meno di tale persona o continuare a sopportarla perché il perderla ci farebbe stare ancora più male.

Rassegnarsi per anni a un’unione di coppia che non funziona è un male minore rispetto a una separazione che magari ci creerebbe qualche scompenso economico e di organizzazione ma che in futuro potrebbe offrire a entrambi la possibilità di costituire una nuova coppia che funzioni meglio e ci renda più felici? Lasciare il lavoro perché il nostro capo ci rende la vita impossibile è un bene per noi o rischiamo di non avere uno stipendio e una nuova occupazione per chissà quanto tempo sentendoci dei falliti? Quale di queste situazioni ci avvicina, seppur solo di un passo, all’agognata felicità? In fondo è solo una questione di cambiamento ed ogni cambiamento, si sa, è rischioso. Ma la vita è fatta di scelte e una volta valutati i pro e i contro, rischiare pur di cambiare è quasi sempre l’opzione migliore. Senza dimenticare che circondarci di persone che ci fanno star bene non è che uno di primi, importanti passi verso la felicità.

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