Il blog di Chiara Cecutti

Tensioni in famiglia? Basta essere sinceri ed esprimere le nostre esigenze

Avete presente quei film, e ce n’è più di uno, dove la famiglia si riunisce per una festa che di lì a poco si trasforma in tragedia? Quando la famiglia stessa scoppia una volta consumata la miccia del trattenersi e del fingere e la scintilla arriva al cuore del problema. Basta citare un classico del genere, quel Festen di Thomas Vinterberg del 1998 in cui le agghiaccianti rivelazioni del figlio durante il pranzo di compleanno del padre tramutano di colpo l’anniversario in tragedia. E proprio in questi giorni è arrivato al cinema il nuovo film di Gabriele Muccino, regista che tende spesso all’analisi e alla scomposizione di dinamiche familiari, e che lo fa anche in A casa tutti bene che già nel titolo rivela la finzione e l’ipocrisia che si respira poi nel corso della storia. Perché oggi parliamo di questo? Per tirare qualche sintetica e utile somma che potrebbe esserci utile in situazioni magari non così eclatanti, ma che con il tempo potrebbero anche diventarlo.

Il concetto da cui partiamo è che per stare bene con gli altri bisogna inanzi tutto star bene con se stessi. E ciò significa essere consapevoli dei propri limiti e riconoscere i propri errori così da prenderne spunto per migliorare comportamenti e strategie volti al raggiungimento dei nostri obiettivi, ma anche per rendere più sane le relazioni con gli altri, familiari inclusi. Non è difficile capire che tutto ciò che facciamo e che fa bene a noi, può far bene anche agli altri. Se ad esempio ascoltiamo noi stessi cercando di comprendere il nostro stato d’animo del morelazionimento per agire o non agire di conseguenza, potremmo provare ad applicare questo modus operandi anche con chi ci sta vicino.

Un ulteriore passo è quello di essere sempre sinceri e di manifestare ogni nostro disappunto o emozione. Nel caso di comportamenti che ci turbano o ci infastidiscono, non è certo utile mettere la testa sotto la sabbia e far finta di nulla solo perché a metterli in atto è nostro marito, nostro padre o nostra sorella in nome del quieto vivere; al contrario, il tacere aumenterà ancor di più la tensione che andrà ad accumularsi a quella già provocata da altri atteggiamenti sgraditi e non segnalati che prima o poi verranno inevitabilmente fuori e certamente nel modo e nel momento sbagliato. I rancori, soprattutto se sopiti e covati per anni, possono diventare molto pericolosi, oltre a disturbare il nostro benessere e la nostra felicità per così tanto tempo. Di rimando, cerchiamo di essere completamente sinceri su ciò che sono le nostre esigenze all’interno del nucleo familiare. Se ci sentiamo oppressi, se abbiamo bisogno di più spazio e autonomia, se necessitiamo di maggior collaborazione, diciamolo e riveliamolo senza alcuna remora: non potrà che chiarire la situazione e, anche se dopo qualche eventuale momento di imbarazzo, migliorerà certamente la convivenza. Essere chiari e sinceri premia sempre.

E se poi tutto questo lo trasferiamo sul nostro posto di lavoro nei rapporti con colleghi e collaboratori, anche la nostra vita professionale ne trarrà beneficio e con essa la nostra carriera.

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