Il blog di Chiara Cecutti

Lascia fare a me, anzi no fai tu…

“Lascia fare a me!” Quante volte al giorno noi donne pronunciamo questa frase? Anche inconsapevolmente, quasi d’istinto. Il nostro compagno ci dice che non trova le camicie pulite e noi lì pronte a rispondere “lascia fare a me” interrompendo all’istante ciò che stavamo facendo per correre in camera da letto e aprire il “suo” cassetto delle “sue” camicie pulite. Nostra figlia ci dice che teme di imbrattarsi i pantaloni nuovi e sbuffa prendendo la spazzatura da portare fuori e noi lì, sempre solerti, a ripetere “lascia fare a me”, lanciandole uno sguardo d’intesa che vuol dire “la porterò fuori io dopo andando in ufficio” e stai a vedere che è proprio la volta che ci macchiamo il polsino della camicetta nuova senza avere il tempo di cambiarla. E, a proposito, in ufficio? Idem. Il collega ci guarda con gli occhioni languidi e sussurra “oggi è il compleanno di mia moglie, ho ancora questo progetto da chiudere, farò certo tardi alla festa” ed eccoci esclamare quasi con gioia “lascia fare a me” mettendoci al suo posto davanti al suo computer mentre lui felice si lancia la giacca sulla spalla e fugge fuori. La smetteremo mai?

Intendiamoci: non sto certo dicendo che non dovremmo essere gentili, empatiche e collaborative, ci mancherebbe, del resto sono tra le caratteristiche del femminile più apprezzabili. A volte però esageriamo. La disponibilità nei confronti dei nostri familiari, amici e colleghi è ammirevole, ma se non ci diamo un limite, rischiamo di pagarne le conseguenze. E ne risentiremo anche in salute.

Ne parlo dettagliatamente nel mio ultimo libro MULTITASKING? NO, GRAZIE ma val la pena di ripetere il concetto e soprattutto di associarlo a questo specifico modo di fare di molte di noi: fare tante cose insieme o interrompere all’improvviso un’azione per intraprenderne un’altra – non originariamente nostra – e tornare velocemente a ciò che stavamo facendo, manda in confusione il nostro cervello con conseguenze che, probabilmente, si rifletteranno sul nostro rendimento, in particolare sul compito che all’inizio stavamo svolgendo. Perdiamo la concentrazione, affatichiamo la memoria e, se proprio vogliamo dirla tutta scherzandoci un po’ su, favoriamo il sopraggiungere delle rughe sul nostro viso a furia di aggrottare meccanicamente le ciglia mentre ci chiediamo “ma che stavo facendo?…”

Scherzi a parte, pensiamo a quando la sera torniamo a casa e non vediamo l’ora di sdraiarci sul divano e addormentarci all’istante. E magari potessimo farlo! Invece, per come siamo fatte noi, dopo un’intera giornata a fare del nostro e anche di più, ci cambiamo in fretta e ci mettiamo a cucinare e ad apparecchiare la tavola, mentre magari il nostro compagno e i nostri figli se la spassano davanti alla TV o giocando ai videogames. Ecco allora il momento giusto per mettere in pratica la parola d’ordine: D E L E G A R E. Basta con “lascia fare a me” ma piuttosto “amore, fai tu?” o “ragazzi apparecchiate voi?” o ancora “ho proprio bisogno di una doccia, caro metti tu l’acqua sul fuoco per la pasta?”. Non immaginate neanche che soddisfazione si provi. Ovviamente il segreto è chiedere, anzi, ordinare e dileguarsi in fretta verso il bagno senza dar loro il tempo di rispondere o negarsi. Almeno finché non si abitueranno…

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