Il blog di Chiara Cecutti

Estate finita, si torna in ufficio: che stress! Ma anche no…

Estate agli sgoccioli, vacanze finite, si torna al lavoro. Circostanza da non sottovalutare poiché è ormai appurato che in molti casi il ritorno in ufficio, in azienda, alla propria attività professionale, per quanto possiamo amarla, provoca stress e ansia, anche a livelli non trascurabili. Quando non accade è spesso solo perché, a dispetto delle aspettative e dell’impegno profuso per organizzare una vacanza degna di tale nome, non ci siamo trovati bene o non abbiamo avuto ciò che avevamo desiderato per tutto l’anno, e quindi torniamo al nostro lavoro con l’intenzione di dimenticare quei giorni di pausa o persino con un sospiro di sollievo.

Non auspichiamo certo questo per voi, anzi speriamo vivamente che abbiate trascorso delle meravigliose ferie in luoghi belli e ameni che non avreste mai voluto lasciare e in compagnia di persone con le quali vi piacerebbe trascorrere molto più tempo di quanto in realtà non potete fare a causa di impegni e distanze, di esservi quindi rilassati e divertiti proprio come avevate intenzione di fare. Alla luce di quanto detto sarebbe però logico pensare che paradossalmente proprio per questo potreste maggiormente risentire della fine della “pacchia vacanziera”e soffrire del ritorno alle abitudini di ogni giorno e quindi anche al lavoro. Eppure può non essere così. Si tratta come sempre di una questione di equilibrio, ovvero del riuscire a bilanciare le due situazioni – quella lavorativa e quella vacanziera – nella giusta misura e a fare in modo che ognuna sia in qualche maniera al servizio dell’altra e con essa in armonia. Quindi, qual è il segreto per non sentirsi stressati alla fine delle ferie? E come affrontare il rientro e tutto ciò che comporta?

Innanzi tutto con una nuova energia che avrete avuto modo di incamerare durante il vostro soggiorno fuori dai contesti abituali e nel corso di una vacanza che valga la pena definire tale, un vero e proprio “staccare la spina” della routine quotidiana, inclusa quella lavorativa, avendo pertanto dedicato molto più tempo del solito a voi stessi, a fare le cose che vi piacciono, al relax, a liberare la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni del lavoro, a coccolarvi, ad amarvi insomma, che poi altro non è che uno dei primi passi verso la felicità e una delle conseguenze più semplici e dirette di una buona autostima: se una persona vi piace e provate amore nei suoi confronti, non siete forse naturalmente e istintivamente portati a darle ciò che desidera di più, a renderla felice, a procurarle piacere affinché si senta bene e lo faccia grazie a voi? La stessa cosa fate quindi con voi stessi se vi stimate e vi apprezzate e, dunque, vi amate. Ecco perché neanche a vacanze finite dovreste rinunciare al vostro tempo libero e alla possibilità di “farvi del bene”.

Organizzate dunque la vostra vita e ogni vostra giornata in modo che anche durante il periodo lavorativo, che è il più lungo dell’anno, abbiate la possibilità di ritagliarvi del tempo per voi stessi, per fare, magari, ciò che vi piaceva fare in vacanza e al quale non vorreste più rinunciare: leggere un libro, passeggiare all’aria aperta, organizzare aperitivi o cene con gli amici, ogni tanto tirare tardi la sera, andare a vedere un bel film, o persino non fare assolutamente nulla per qualche ora. Questo vi aiuterà a non rinunciare totalmente alla libertà assaporata durante le ferie, a vivere meglio il periodo lavorativo e soprattutto a fare di tutto ciò un’abitudine che vi porti a inserire questi spazi dedicati a voi stessi e al semplice svago nella vostra vita di tutti i giorni e in ogni periodo dell’anno. Se poi ne avete la possibilità, spezzate la routine lavorativa con una o più vacanze nel corso dei mesi invernali, magari di brevi periodi, dei long week-end ad esempio, che vi portino comunque in un posto diverso dalla vostra città per due o tre giorni durante i quali non pensate per nulla al lavoro e fate tutto ciò che amate e con chi amate.

E se riuscissimo a trasferire tutto questo persino nella nostra vita d’ufficio e tra le pareti della nostra azienda? Sarebbe certo l’ideale e saremmo ovviamente meno ansiosi e più sereni nel tornare in un posto dove, anche se il dovere professionale chiama, possiamo comunque essere felici. Facciamo quindi in modo che la nostra professione ci piaccia e ci dia soddisfazione, e affinché ciò avvenga potenziamo le nostre risorse, capacità e potenzialità per praticarla meglio; creiamo un ambiente piacevole, empatico ed amichevole scegliendo i collaboratori giusti e facendoli sentire un gruppo, un insieme, una squadra con un obiettivo comune e condiviso con l’azienda per il raggiungimento del quale serve proprio ognuno di loro, magari offrendo loro qualche attività di team building aziendale nel corso dell’anno; non escludiamo nessuno a priori: se abbiamo la responsabilità di altre persone, dipendenti e o collaboratori, se ci occupiamo di risorse umane, facciamo in modo che ogni singolo possa dare il meglio di sé, sentirsi utile e pronto a rappresentare e difendere i valori aziendali, semmai con un percorso di coaching; e, perché no, proviamo a frequentarne uno anche noi: un executive coaching sarebbe perfetto per diventare più bravi a capire, a motivare, a guidare e a dirigere. Ne guadagnerà l’azienda, chi ci lavora e chi la guida, e nessuno si sentirà stressato quando le vacanze finiranno e dovrà tornare al lavoro.

 

 

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